Stefano Gallici scatta un’istantanea dei suoi anni da teenager, tra influenze punk e grunge, e ripercorre, sulla runway adornata di gigli bianchi, il tracciato che dalla musica – dalla band in cui suonava alla sua passione per i My Bloody Valentine – lo avrebbe portato, infine, al mondo della moda.
Su ogni posto a sedere, una busta contenente un “Wall of Reference”, su cui, metaforicamente scolpito, tra nomi come quello del poeta medievale François Villon, figura Stevie Nicks, leggendaria cantautrice dei Fleetwood Mac – la band preferita della madre di Gallici -. Ulteriore omaggio situato sull’ultima pagina, il testo scritto a mano di “Rhiannon” proprio di Nicks.
Introdotto da un prolungato segmento di live performance su chitarra elettrica, Gallici presenta, uno dopo l’altro, regali look black n white, rimaneggiati con un tocco di punk, unendo le moderne sensazioni del deconstructivism nella moda, con il gusto del classico senza tempo della reggenza inglese.
Silhouette signorili, camicie con volant, maglie e pantaloni di seta abbinati con cappotti e gilet di pelle, imponenti stivali borchiati, strisce di seta calanti, top tagliati, una sorta di strascichi di tessuto, jeans strappati e molto altro.
Preme specificare, l’esperienza Ann Demeulemeester SS25 non è solo riflesso dell’esperienza adolescenziale di Gallici, bensì un paesaggio mentale attraverso cui vuole accogliere, in particolare, il suo pubblico giovanile: quel pubblico che non riesce a sentirsi parte del panorama musicale odierno, quel pubblico che ha il bisogno di essere espresso nella moda e nell’arte; pubblico in cui forse il creative director rivede il giovane sé stesso.